Scegliere un logo è un po’come scegliere il nome di un figlio. Dovete pensare che la vostra azienda, il vostro prodotto o il vostro marchio se lo porterà appresso per anni, utilizzandolo come segno distintivo agli occhi dei vostri clienti. Ecco perché è necessario sceglierlo con la massima attenzione.
Per fare un esempio pratico: esistono mamme in grado di chiamare il proprio figlio Hashtag, Burger, Canestrello, Rimmel, Sandokan e Gondor. Un modo come un altro per tracciare una vita tutta in salita, fin dal primo giorno.
Lo stesso vale per un logo, sia che rappresenti una ditta, un prodotto o perché no, la propria persona. Il logo deve essere identificativo di ciò che deve rappresentare. Senza colpi di testa, senza strafare, senza voler stupire a tutti i costi. La semplicità non è sinonimo di scarsa creatività, spesso e volentieri premia. Pensiamo a Ikea, Lego, Nike, che hanno costruito un impero mondiale partendo da loghi essenziali e basilari.
01. La scelta del naming giusto
Un logo può essere bello quanto si vuole, ma se viene accompagnato dal nome sbagliato conta quanto un 2 di picche in una partita di Risiko. Se Ikea si fosse chiamata “Prefabbricati Svedesi B.V.”, non avrebbe avuto lo stesso successo. Dietro un grande logo si nasconde sempre un grande nome. Della scelta del font, anche questa fondamentale, ne avevamo già parlato qui.
02. La scelta del colore
Nelle culture mondiali ogni colore possiede una sua connotazione. Il bianco nel mondo occidentale è sinonimo di purezza, in alcune culture orientali rappresenta un colore funebre. Anche le categorie merceologiche hanno una loro connotazione di colore: verde e azzurro per tutto ciò che riguarda l’ambiente, giallo e arancio per i prodotti da forno. Stesso discorso per chi desidera comunicare emozioni: il giallo trasmette ottimismo, il rosso entusiasmo e giovinezza, il blu affidabilità e sicurezza, il grigio equilibrio.
03. Logotipo o logo grafico? Il grande dilemma
Semplice scritta o logo figurativo? Non esiste una scelta giusta o sbagliata a priori: dipende da cosa volete comunicare. Coca Cola è il classico esempio di logotipo, dove il logo coincide con i caratteri del testo. Microsoft, con il disegno della “finestra” di Windows, è l’emblema del logo grafico. Due stili diversi di comunicare, due casi di successo planetario. In ogni caso, la vostra azienda o il vostro prodotto si identificherà con una di queste due soluzioni, quindi pensate con attenzione alla scelta.
04. Il logo deve incarnare lo spirito dell’azienda e rifletterlo sul mercato
Una volta sviluppate diverse prove, mettetele su un tavolo e osservatele. Pensate come un cliente, non come il titolare: il vostro logo dovrà confrontarsi con la concorrenza, dovrà misurarsi con un mercato spietato e con la preferenza dei consumatori. Ragionando da cliente, chiedetevi: fornisce un’immagine diversa rispetto alla concorrenza? Trasmette sicurezza e fiducia? Invoglia a informarmi, a scoprire di cosa si tratta? Accantonate il vostro gusto personale: lo scopo di un logo non è quello di piacere a una persona, è quello di vendere a 100, 1.000, 1.000.000 di persone. Si vocifera che Phil Knight, fondatore di Nike, quando commissionò il logo aziendale scelse quello che gli sembrò “il meno peggio”, facendosi convincere dalla designer che quel logo a forma di baffo avrebbe avuto successo. A lui non piaceva, al mercato è piaciuto parecchio.
Se stai aprendo una nuova azienda o stai pensando di rinnovare il tuo precedente logo, affidati a un team di professionisti:
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